Piatto “di Cesare”

MOSTRA PREZZO
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Descrizione

Questo piatto per asparagi realizzato con un frammento di marmo scultoreo di Carrara, viene reinterpretato in un libro ed impreziosito con foglia e pasta oro. Prende ispirazione da un ‘ antica citazione che Plutarco, nella sua opera “Vitae parallelae”, fece dire a Cesare…” De gustibus non est disputandum”, riferendosi ad un aneddoto nel quale Giulio Cesare, invitato a cena da Valerio Leone, quando gli vennero serviti degli asparagi con burro , che i suoi generali non gradirono, diplomaticamente esclamò questa famosa frase, per togliere dall’ imbarazzo il padrone di casa. In coordinato una forchetta per asparagi realizzata con lo stesso scalpello usato per la scultura del piatto,ed in seguito modificato in forchetta, alloggiata su un lingotto in Marmo di Carrara.

MANUTENZIONE
Pulire solo con acqua e sapone naturale (o sapone di Marsiglia) e un panno morbido. Non mettere in lavastoviglie. Essendo una pietra naturale tende a macchiarsi e questo fa parte dell’usura naturale del prodotto, aggiungendo ulteriore fascino e personalità.

This plate made with a fragment of sculptural Carrara marble, is reinterpreted in a book and embellished with gold leaf and paste. It takes inspiration from an ancient quote that Plutarch, in his work “Vitae parallelae”, had Caesar say…” De gustibus non est disputandum”, referring to an anecdote in which Julius Caesar, invited to dinner by Valerius Leo, when he was served asparagus with butter, which his generals did not like, diplomatically exclaimed this famous phrase, to remove the embarrassment of the landlord. Coordinated an asparagus fork made with the same chisel used for the sculpture of the plate, and later modified into a fork, housed on a Carrara marble ingot.

Este plato realizado con un fragmento de mármol escultórico de Carrara, se reinterpreta en un libro y se adorna con pan de oro y pasta. Se inspira en una antigua cita que Plutarco, en su obra “Vitae parallelae”, hizo decir a César…” De gustibus non est disputandum”, refiriéndose a una anécdota en la que Julio César, invitado a cenar por Valerio León, cuando le sirvieron espárragos con mantequilla, lo que no gustó a sus generales, exclamó diplomáticamente esta famosa frase, para quitarse la vergüenza al terrateniente. Coordinó un tenedor de espárragos hecho con el mismo cincel utilizado para la escultura del plato, y luego modificado en un tenedor, alojado sobre un lingote de mármol de Carrara.